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Arriva Flirt with Emma, l’app di dating per flirtare con Emma, e solo con lei

Tempo fa vi avevamo raccontato di Carlos Mayer, un programmatore di New York che ha avuto la brillante idea di crearsi la propria app di dating, un’app di dating molto particolare visto che tutti coloro che vi si iscrivevano avevano una sola scelta: fare dating con lui.

Ebbene, pare che l’esempio di Mayer sia stato contagioso e da allora l’idea di fare dating saltando le possibilità offerte dalle app di dating sta diventando sempre più comune fra gli appartenenti alla Generazione Z.

In altre parole, sempre più Generazione Z invece di servirsi delle app condividono il proprio profilo e le proprie aspettative su diverse piattaforme che niente hanno a che fare con il dating, come X, Linkedin e altre ancora meno note.

Non solo, anche la strada scelta, in maniera ironica e divertente, da Carlos Mayer, viene utilizzata da altri utenti.

L’ultima arrivata, fra coloro che creano una app di dating finalizzata a un solo match, con loro, si chiama Emma Joelle Johnson, una giovane 25enne di Vancouver diventata famosa per aver aperto un’app chiamata Flirt With Emma.

Chiaramente nessuno di queste persone sta cercando di inventare il Tinder del secondo millennio. L’obiettivo è solo quello di cercare l’amore, o anche solo una relazione soddisfacente, senza dover passare per algoritmi, swipe e, soprattutto, senza arricchire qualcun altro.

Ma se l’idea, come detto, non è quella di creare una nuova Tinder, c’è anche chi sta provando a rendere più razionale e organizzata questa nuova modalità di fare dating.

Steve Kroose, un programmatore 30enne di Brooklyn, ha creato una directory mettendoci dentro una serie di Doc da riempire. Pare che questa semplicissima modalità di connessione abbia avuto grande successo, e in centinaia hanno riempito i Doc con il proprio profilo. A detta di Kroose la percentuale di utenti che hanno trovato l’anima gemella sarebbe superiore a quella delle app di dating.

L’opinione degli esperti è che questa modalità di approccio, proprio perché poco strutturata e formalizzata, permette di andare subito in profondità e di avere delle interazioni decisamente più efficaci e produttive.

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