Ormai, lo sappiamo, l’IA è entrata dappertutto, è presente in ogni angolo della nostra vita, sia che ne siamo consci, sia che non lo siamo. Per questa ragione come poteva non essersi impadronita anche del dating e del suo mondo? E infatti è ben radicata anche in questo ambito.
É entrata in punta di piedi, dal lato dei proprietari delle app e da quello dello sviluppo, poi si è allargata in tutti gli ambiti, soprattutto dal lato utenti.
Di quanto sia presente nel mondo dei produttori e degli sviluppatori, abbiamo già detto in passato, oggi proviamo a raccontarvi come la stanno utilizzando gli utenti.
Prima di tutto, almeno i più raffinati e capaci, chiedendo all’IA di definire meglio, in base alle proprie caratteristiche, il profilo da cercare. Facendo verificare i profili prima di aprire una conversazione, verificare nel senso di capire se e quante possibilità di un match positivo ci sono.
Ma l’uso più interessante, quello che più può portare a percezioni sbagliate dall’altra parte della barricata, è nel chiedere all’IA di gestire le prime fasi di un match.
Per capirci meglio utilizzare prompt come: “questo utente ha queste caratteristiche, dice di sé questo e quest’altro, come posso aprire una conversazione in modo da risultare interessante?”, “cosa posso scrivere per interessare un utente così e cosà?”.
E subito dopo, una volta aperta una conversazione interessante, per replicare in modo preciso a tutti messaggi ricevuti, per capire quando è il momento per fare un passo avanti, per chiedere un appuntamento.
La prima domanda che viene spontanea è: ma i chatbot sono veramente efficaci? Realmente ci aiutano a gestire al meglio questa parte delle interazioni?
Perché sull’IA ne abbiamo sentite di tutti i colori. Abbiamo scoperto che in fondo è molto meno intelligente di quello che sembra, potrebbe sbagliare, prima di tutto, ma soprattutto è incapace di provare sentimenti. E quindi come si fa a cominciare una relazione che potrebbe essere importante senza metterci dentro i sentimenti?
Insomma, a occhio e croce l’IA può andare bene per tutto quello che è meccanico, standard. In altre parole, per costruire incontri occasionali. Ma se fate dating per incontrare un partner stabile, o quanto meno non escludete questa possibilità, meglio fare da soli.
In realtà forse c’è un aspetto nel quale l’IA è utile: molti utenti dichiarano di andare in tilt nelle prime fasi di un match per l’ansia di voler fare bella figura. E in questo caso, se l’ansia alla fine ti impedisce di essere te stesso, meglio non esserlo in modo da IA che da blocco totale delle capacità di interazione.
Scherzi a parte, che l’IA stia cercando la sua strada per presidiare anche il mondo del dating, è certo. Così come è certo che nel dating che utilizza i libri l’IA non ci fa una bella figura. Chiedete a una qualsiasi IA di parlarvi di un libro o di libri in generale, il risultato sarà quanto meno pedante. E chi è che vorrebbe uscire con un partner pedante? Non certo gli utenti di ReadMeet, ne siamo sicuri.