Ancora tempesta sulle app di dating come possibile luogo di incontri rischiosi. Ma come sempre vogliamo ribadire che un’app di dating non è per niente più pericolosa della vita reale. L’unica differenza è che si tratta di un luogo, sia pure digitale, nel quale le persone si recano per avere incontri ravvicinati e, spesso, intimi. Ma non per questo sono meno pericolose di un dating effettuato in un bar o in un locale pubblico, men che meno per strada.
Detto questo, l’episodio in questione, è particolarmente efferato ed è avvenuto negli USA, nella Salisbury University, un istituto che si trova sulla costa orientale, a sud, in un luogo nel quale si intersecano tre stati americani, Maryland, Delaware e Virginia.
Una gang formata da una dozzina di studenti ha costruito un finto profilo su Grindr e ha attirato in trappola un giovane appartenente alla comunità LGBTQ+, sequestrandolo in un appartamento e seviziandolo per diverso tempo.
La ragione per cui l’azione della gang è particolarmente efferata risiede nel fatto che la persona che ha materialmente aperto il profilo su Grindr ha meno di 16 anni, mentre la vittima è una persona adulta.
Poiché negli Usa rapporti sessuali con 16enni o meno costituiscono reato, la gang contava su questo elemento per costringere al silenzio la vittima. E in effetti il sequestrato non ha sporto denuncia. Il reato è stato scoperto dopo che in rete sono apparsi dei video girati nell’appartamento.
Altra aggravante, è quella dell’odio e del pregiudizio, aggravante che se provata potrebbe portare a una condanna ancora più severa. E proprio per questa ragione l’avvocato di uno degli autori del sequestro ha scritto diverse email dirette a stampa e organi di comunicazione per negare che il fatto sia avvenuto anche con questo tipo di movente. Vedremo che cosa ne penseranno i giudici al momento del processo.