Dating, comincia la rivolta contro gli “aiutini”?

Abbiamo parlato spesso di come le più grandi app di dating stanno implementando l’IA nelle loro app. I modi in cui viene utilizzata, sono molteplici, ma sicuramente quello principale è di accompagnare gli utenti durante i match. Quindi, per spiegarci meglio, non solo per aiutare a creare match con più alte probabilità di riuscita, ma addirittura per spiegare a un utente cosa dire e cosa fare, come comportarsi.

Questo utilizzo dell’IA, bisogna dire il vero, è decisamente controverso. Magari può essere confortante e utile avere come compagno di strada una IA, cioè qualcosa, o qualcuno, fate voi, capace di farci muovere meglio di quello che saremmo capaci di fare da soli. Ma nello stesso tempo, se ci si trova dall’altra parte, credo che concordiamo tutti, è quanto meno destabilizzante immaginare che l’utente con cui stiamo interagendo, quello con cui vogliamo avere una interazione abbastanza profonda da portare a una serata di sesso o addirittura alla relazione più importante della nostra vita (è la speranza segreta di chiunque faccia uso di app di dating), immaginare che questo utente è solo una IA. Terribile, concorderete con noi, vero?

Tutti conosciamo Provaci ancora Sam, o se siete troppo giovani, cercatelo, questo film, vi divertirete tantissimo e scoprirete come Woody Allen, nella sua fase migliore, aveva immaginato che uno sfigato critico cinematografico della Grande Mela venisse guidato alla conquista della donna di cui si stava innamorando niente meno che da Humprey Bogart, l’emblema del conquistador, allora, subito dopo Rodolfo Valentino, probabilmente.

Scherzi a parte. Come la si voglia vedere, l’utilizzo di una IA per gestire il dating non è una grande scelta. Soprattutto non è la sola scelta sbagliata che le app di dating, alla ricerca del guadagno perduto, stanno compiendo.

E finalmente arriviamo al professor Brunning, docente in etica applicata a Leeds. Il professor Brunning è balzato agli onori della cronaca dei giornali inglesi per aver scritto una lettera aperta alle app di dating per invitarle a riscoprire e soprattutto rispettare una etica del dating. A non travolgere le regole elementari che governano i rapporti fra esseri umani da secoli e secoli.

Brunning si concentra anche sui rischi che il continuare a non rispettare queste regole potrebbe portare nella intera società.

In una intervista rilasciata al Guardian, Brunning ha spiegato così le ragioni che lo hanno spinto a scrivere la sua lettera: “Molte di queste aziende hanno correttamente identificato questi problemi sociali, ma stanno cercando di risolvere tali problemi tramite la tecnologia, anziché provare a fare cose che realmente riducano la competitività, come rendere più facile per le persone essere vulnerabili, più facile per le persone essere imperfette, più accettanti l’uno dell’altro come persone ordinarie che non sono tutte alte più di 1 metro e 80, con una carriera fantastica e interessante, una biografia ben scritta e un costante senso di arguzia.”

Che dire. Siamo completamente d’accordo con Brunning, ma questo probabilmente lo sapevate già.

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