Fino a poco tempo fa si conosceva i rischi per la salute mentale dei moderatori dei social, costretti a visionare milioni di video e di immagini, spesso violentissime. Ma nessuno avrebbe potuto immaginare che lo stesso rischio e gli stessi effetti li correvano anche i loro colleghi delle app di dating.
A squarciare il velo ci ha pensato una ricerca condotta negli impiegati di questo settore, dimostrando che addirittura il 70% di loro ha avuto ansia ed evidenti sintomi di depressione. Il 30% di loro ha poi affermato di aver pensato al suicidio.
Sempre dalla ricerca si è appreso che contrariamente a quello che si credeva il fenomeno della condivisione e dell’invio di contenuti violenti colpiva anche le app di dating. O meglio, che soprattutto le donne fossero spesso oggetto di messaggi offensivi o tentativi di sexting era noto, quello che non si sapeva era che oltre a questo spesso i messaggi contenevano video estremamente violenti.
Il consiglio, per chi si dovesse trovare a svolgere il lavoro di moderatore e mostrare sintomi di sofferenza, è di non attendere oltre e di rivolgersi subito a personale specializzato.
Dal lato invece delle app di dating c’è poco da dire. Bisognerebbe che la sicurezza del proprio personale e degli utenti prevalga sul business. Ma questo è purtroppo un problema comune a tutto il mondo digitale, oggi. O almeno di quella parte di imprese nelle quali il valore prende il sopravvento sui valori.
