Ce ne siamo occupati ripetutamente in questo blog, e stiamo parlando del progressivo disinteresse della Generazione Z per le app di dating. Ma vale la pena di parlarne ancora, perché a sostegno di questa tesi arrivano sempre più ricerche, ultima quella fatta da Bumble su un campione di propri utenti.
Ebbene secondo questa ricerca la percentuale di appartenenti alla Generazione Z non interessati alle app di dating è salita al 79%, e prima o poi questo disinteresse si rifletterà anche sulle curve di utilizzo, con effetti incontrollabili per tutti i player del settore.
Ma la vera novità, nella ricerca Bumble, sta nelle ipotesi fatte per spiegare la crisi. In particolare sulla prima, quella che potrebbe essere scatenante: il costo eccessivo degli abbonamenti, sempre più in crescita, e la crisi economica, che ha drasticamente tagliato la disponibilità dei giovani americani.
Le app di dating stanno facendo fronte al calo degli utenti proponendo funzioni Premium e abbonamenti sempre più costosi. E chiaramente questo costo va poi aggiunto a quello da sopportare per finalizzare i match, una o più uscite a cena, con tutto quello che comporta.
E certamente questo aspetto ha un ruolo importante, così come la frammentazione e il disorientamento che la Generazione Z sta vivendo dopo due anni di politiche di isolamento dovute alle strategie politiche di contrasto al Covid.
Ma se queste due cause giocano un ruolo, c’è anche da considerare che la Generazione Z dimostra sempre più di essere disponibile a spendere anche cifre importanti quando si tratta di aspetti giudicati di grande valore.
In altre parole, se le cause ipotizzare da Bumble e da molti altri analisti esistono, la crisi delle app di dating al momento è soprattutto una crisi di prodotto. Il prodotto, l’app, non si adatta più al modo in cui la Generazione Z considera la costruzione di rapporti affettivi e delle relazioni, men che meno ai valori di questi ragazzi.
Aggiungiamo, ed è una nostra riflessione, che forse proprio la generazione che più è accusata di aver rotto il contatto con la realtà, di essersi isolata in un mondo virtuale, proprio questa generazione sta invece riscoprendo la bellezza della presenza fisica, cercando, e siamo sicuri che lo troverà, un rapporto meno schizzato e più equilibrato fra presenza fisica e realtà digitale.