Da quando è stato pubblicato, su Vice alla metà di febbraio, l’articolo a firma Ruby Jones ha scatenato un acceso dibattito nel mondo del dating.
L’autrice, non è chiaro se basandosi su esperienze personali, sostiene che è meglio lasciar perdere se il proprio match, in un dating, è australiano, perché molto probabilmente ci si troverà di fronte a una persona immatura, con la quale sarà difficile far avanzare la relazione, nel caso ci si innamorasse, e che soprattutto tenderà a fare, prima o poi, ghosting, cioè a sparire nel nulla, lasciando quelle sensazioni negative che, lo abbiamo visto anche nei nostri articoli, possono essere distruttive.
Jones prova anche a motivare la sua tesi, affermando che questo atteggiamento potrebbe dipendere prima di tutto dalla natura stessa della cultura australiana, per cui si preferisce lo spirito di avventura e il nomadismo, anche sentimentale.
Un’altra ragione, sempre secondo Jones, potrebbe essere la grande abbondanza di app di dating, in Australia, abbondanza che permette di spingere sulle relazioni occasionali tralasciando quelle che aprono scenari più stabili.
Come detto l’articolo ha suscitato un vespaio, e tantissime lettrici hanno commentato, sostenendo prima di tutto che generalizzare è sbagliato, a prescindere, poi ammettendo di aver avuto relazioni estremamente positive con uomini australiani.
Ora, fermo restando che il nomadismo e la voglia di sperimentare possono anche essere qualità e la capacità di non spingere sulle relazioni durature e/o di essere inventivi in quelle occasionali hanno una bella platea di estimatori, è chiaro che se si fa dating nella speranza di incontrare l’amore della vita, o anche se ci si innamora, inaspettatamente, vedere il proprio partner sparire nel nulla può non essere piacevole. Detto questo, che poi questa caratteristica possa essere una peculiarità degli australiani, o comunque diffusa particolarmente in questa categoria, magari lasciamolo dire a una ricerca seria, che si avvalga di qualche numero statisticamente accettabile.