Einstein a chi gli chiedeva con che armi si sarebbe combattuta una eventuale terza guerra mondiale rispose che non lo sapeva, ma sapeva con quali si sarebbe combattuta la quarta: con gli archi e le frecce.
Il senso della risposta è che la bomba atomica e la crescita di potenza delle armi avrebbe portato a una regressione drammatica tutta l’umanità, un ritorno all’età della pietra, in un certo senso.
Ecco, dall’Inghilterra arriva una nuova proposta che sembra rappresentare l’arco e le frecce per il mondo del dating: un anello colorato che segnala, a seconda del colore, la propria disponibilità a conoscere persone, con tutto quello che ne consegue, e di quale genere.
Insomma, in altre parole, semplice semplice, 30 anni di storia del dating cancellate in mezzo secondo.
Certo, le differenze ci sono e non sono nemmeno di poco conto. L’anello ripropone la fatica della conoscenza personale, mentre on line prima ancora di cominciare un match sappiamo già una marea di cose sulla persona che stiamo per conoscere.
Ma siamo sicuri che sia proprio così? Perché al netto dei falsi profili, di chi sistema la foto e il curriculum, e delle menzogne di vario tipo, alla fine forse forse anche il vecchio metodo aveva i suoi pregi. O almeno è quello che sembrano pensare le nuove generazioni, sempre più lontane dalla logica delle app di dating e sempre più alla ricerca di diversi modi di connessione, quanto meno più veri.
Al momento non è dato di sapere se l’anello, progettato e commercializzato da una azienda di nome Pear, stia avendo successo. Perché diciamo le cose come stanno, anche in questo caso la fatica è tanta. Bisogna presentarsi, saper reggere una conversazione dal vivo. Tutta roba piena di insidie per una generazione sempre più integrata nella irrealtà del web e del digitale.
Come andrà lo vedremo. Certo è che un po’ di nostalgia la staranno provando i Boomers, che potranno ricordare che fino a metà degli anni ’80 era molto arriva una pratica anche troppo vicina al moderno anello: i single, e quelli che volevano fare dating, dovevano solo infilare una monetina, un penny, in Inghilterra, il paese dove era nata anche questa moda, nella fessura delle proprie scarpe. Anzi, delle proprie Clarcks, un modello e una marca allora molto in voga. A dimostrazione del fatto che non si inventa niente e che da sempre industria e dating vanno, come possono, a braccetto.