Aprire una conversazione con una persona sconosciuta, sia su un’app di dating che nella vita reale, è una delle cose più complicate che esistono. È un’azione che genera ansia, paura, stati d’animo che a volte sono quasi impossibili da governare e ci portano a essere molto diversi, spesso in peggio, da quello che siamo realmente. Con il risultato di compromettere l’esito della conversazione, indirizzandola su un binario sbagliato, perché ci mostriamo come non siamo.
E non fatevi ingannare da quelle persone che sembrano sicure di sé stesse, sempre a loro agio, in qualsiasi momento, anche se e quando le vedete in azione, cioè impegnate ad aprire una conversazione con una persona sconosciuta. Anche loro, e anche in quei momenti lì, sono in preda agli stessi sentimenti che abbiamo appena descritto, più sopra.
Ma quali sono le prime tre paure che prova un uomo che decide di aprire una conversazione con una persona sconosciuta, e ripetiamo, sia nella vita reale che dentro un’app di datig?
La risposta è facile anche se non siete uomini. Basta pensare alle tre cose che terrorizzano la maggior parte degli uomini: la paura del rifiuto, quella di essere banali, quella di non saper come proseguire. Insomma, tre paure che minano la fiducia in sé stessi o, se preferite, la presunzione di essere er mejo gatto der Colosseo, una presunzione che ancora oggi colpisce troppi uomini.
E comunque, scherzi a parte, ma nemmeno troppo scherzando, la paura del rifiuto ha anche radici ataviche, nell’infanzia, nel rapporto con la madre prima e con i genitori dopo. Essere rifiutati non è mai una bella esperienza, ma in alcuni casi può portare a conseguenze catastrofiche, quindi che dire, giusto che un minimo di paura, in tal senso, ci sia, negli uomini.
La paura della banalità non ha scusanti. Nasce sempre da una distonia fra l’immagine che una persona, un uomo nel nostro caso, prova a dare di sé stesso e quella che realmente è. Un uomo è debole, fragile e vulnerabile, ma per troppi la vita è una battaglia per fingersi forti, inossidabili e pronti a subire colpi mortali. È una paura che non suscita nessuna pietas. Imparare a essere quello che si è, a dire come si è, a non nascondersi è un’ottima strada per scoprire che proprio le debolezze sono la forza più grande.
Infine la terza paura, quella di restare senza parole, di finire gli argomenti di conversazione. Di non essere capaci di tenere vivo l’interesse proprio quando invece si scopre che una persona interessa. Beh, questa è una paura comprensibile, logica, umana. E purtroppo l’unica soluzione è che si può scoprire solo vivendo, che cosa accadrà, per parafrasare una nota vecchia canzone.
E di fronte a queste paure cosa succede con ReadMeet, cosa succede a chi utilizza la nostra app? Beh, i libri, lo sappiamo, sono il nutrimento migliore per crescere, per superare le proprie paure, per avere argomenti di conversazioni inesauribili, e una citazione spesso è il miglior antidoto alla banalità che si stava per pronunciare. Quindi, che dire, ReadMeet è perfetta per superare e dissolvere le paure tipiche degli uomini di fronte a una nuova conoscenza.