Psyops è la sigla usata dall’esercito americano per etichettare delle campagne di messaggi o di pubblicità finalizzate a intervenire sull’umore o sui comportamenti di una popolazione. La modalità storicamente più nota, e forse fra i primi esempi di psyops, sono i volantini lanciati sulle trincee nemiche durante una guerra, oppure gli altoparlanti che lanciano messaggi veicolando inviti alla resa o alla diserzione.
Nel corso dei decenni il meccanismo delle “psyops” si è molto evoluto, raggiungendo eccezionali livelli di raffinatezza. E non c’era dubbio che l’esercito americano è maestro anche in questo tipo di guerra, seppure fortunatamente non cruenta.
Nei giorni passati Seamus Malekafzali, giornalista freelance, ha condiviso su X degli screenshot che mostrano una pubblicità dell’esercito americano. La pubblicità annunciava che gli USA avrebbero sempre difeso dalla prepotenza altrui chi si schierava dalla parte statunitense o, più in generale, nel campo della libertà contro la tirannia.
Gli annunci farebbero parte di una campagna di “psyops” diffusa in Libano.
Ma il problema è che questa campagna non è apparsa su giornali o manifesti, o almeno non soltanto lì, ma è anche sbarcata su Tinder.
Il post di Malekafzali ha immediatamente scatenato una polemica sulla opportunità di utilizzare una app di dating.
Intanto, prima che l’esercito americano decidesse il da farsi, il portavoce di Tinder ha annunciato che la campagna violava alcune delle regole interne sull’uso dell’app, violazione che ha comportato l’immediata rimozione degli annunci.